Archive for ottobre, 2005


Stanotte, all’una e mezza circa, ho infilato la macchina in garage. Solita routine: spengo l’inverter, quindi il lettore CD-Mp3, quindi l’autoradio alla quale il lettore è collegato. Poi mi giro e raccatto la giacca dal sedile posteriore, quindi il marsupio dal sedile del passeggero, e mi appresto ad aprire la portiera e ad affrontare l’affettuoso assalto di Magò, la mia cagnaccia. Apro la portiera e… manca qualcosa: Magò! Mi guardo intorno e non si vede. Mio padre m’aveva detto che per tutto il giorno s’era comportata in modo un po’ strano: l’aveva portata a fare un giro e lei, invece di correre come al solito, rimaneva sempre indietro, e camminava un po’ a fatica. E la sua vivacità era più nervosa del solito, meno festosa. Probabilmente il gran giorno era arrivato.
Mi avvicino incuriosito e un po’ intimorito alla cuccia, e vedo che Magò è dentro. La chiamo, ma mi guarda senza dar cenno di uscire. Quindi si volta e inizia a leccarsi la pancia. Accendo il cellulare per fare un po’ di luce e guardo meglio: un cosino rossiccio lungo quindici centimetri al massimo si muove in modo molto impacciato tra le sue zampe: è un cucciolo, ed è bellissimo!
Corro in casa, butto giù letteralmente i miei genitori dal letto e cinque secondi dopo siamo tutti davanti alla cuccia, letteralmente impazziti. Io e mio padre guardiamo dentro, come inebetiti, mentre mia madre saltella qua e là in preda a una mezza crisi isterica, a metà tra la gioia irrefrenabile e la disperazione più grigia: "sono bellissimi! dove li metteremo? come faremo quando viene l’inverno? non possiamo tenerli tutti! è una cosa splendida! dovevamo stare attenti prima, ora è una tragedia!"
La preoccupazione maggiore mia e di mio padre era che la solfa non fosse finita lì: un solo cucciolo è un po’ troppo poco per un cane di taglia medio-grossa. E così siamo andati a letto con una certa ansia.
Stamattina mia madre mi butta giù dal letto alle 8 urlandomi: "SONO SEI!!!".
Sei cuccioli. Uno più bello dell’altro. Uno completamente nero, uno nero con qualche macchia bianca sulla testa, uno nero con il collare bianco, uno bianco con le orecchie nere, uno tutto bianco e uno rossiccio.
Ora il grosso problema è questo: sette cani per noi sono un po’ troppi: la cuccia è piccola, tra un mese i sei cuccioli saranno già grandicelli e non ci staranno più. In più, sette bocche da sfamare, vaccinare e curare non sono poche. Noi possiamo tenerne al massimo uno, ma gli altri dobbiamo trovare il modo di regalarli. Qualcuno ne vuole adottare uno?
Tra poco pubblicherò anche le fotografie, vedrete: sono davvero tenerissimi!

Più del signor Lettera Firmata potè il signor Giuseppe Marseglia, che si definisce "Coordinatore Iniziativa Unitaria Forza Italia" (chissà che significa?). Sulla Gazzetta di ieri compare la seguente lettera (che, peraltro è datata 27 ottobre: i miei complimenti!).

Titolo: Giù le mani da Ruini
Autore: Giuseppe Marseglia – Coordinatore Iniziativa Unitaria Forza Italia
Gazzetta di Parma, domenica 16 ottobre 2005, pag. 46
Signor direttore,
giù le mani dalla Chiesa. Giù le mani da Ruini e dalla libertà di religione e di opinione. Rispondiamo così ai giovani che a Siena hanno contestato il cardinale Camillo Ruini, costringendo gli organizzatori della manifestazione a sospendere per circa dieci minuti il convegno.
Purtroppo a Siena è successo quanto era già avvenuto a Pisa, dove giovani degli ambienti anarco-comunisti hanno impedito a rappresentanti della comunità ebraica di tenere una lezione universitaria. Per noi addetti ai lavori della Casa delle Libertà non siamo affatto stupiti che nel centro sinistra nessuno vuole prendere le distanze da questi personaggi inquietanti e preoccupanti per la libertà nel nostro Paese. Si ritiene che la contestazione sia stata organizzata nei minimi dettagli, anche se è facile individuarne il mandante o i mandanti. Ma evidentemente questi signori non sono degli sprovveduti che passavano dal convegno per caso. Hanno un minimo di organizzazione e soprattutto qualche cattivo maestro che ogni volta che parla un esponente della chiesa cattolica lo indica come «intollerante» e che è arrivato addirittura a definire i parroci come degli «occupanti» del territorio italiano.
I risultati sono queste contestazioni che minano la libertà di religione nel nostro Paese. Il nodo è quello dei Pacs. Il Governo di Berlusconi aveva pensato ad una possibilità. La via d’uscita, forse l’unica, è quella di lavorare intorno al diritto privato a partire dai diritti di coabitazione che nei contratti già previsti nel codice civile possono trovare spazio. Se, invece, si vogliono introdurre in Italia, come ha detto Romano Prodi e la coalizione dell’Unione, dei fac-simile di matrimonio in funzione, come riferito da Grillini, esclusivamente degli omosessuali, questo tentativo debba essere stoppato e debba trovare un limite non solo nella legislazione italiana, ma anche nella sua Costituzione.
Va ricordato che oggi se due persone abitano insieme hanno la possibilità, attraverso il diritto di associazione, di scambiarsi delle opportunità o delle eredità. Se si vuole incidere ancora sul diritto di coabiazione, allora bisogna ampliare il diritto di associazione.

La lettera, come avrete visto, contiene una serie allucinante di luoghi comuni, e denota la chiara intenzione di fare del male all’avversario senza avere la minima idea di ciò di cui si sta parlando. Inoltre vorrei precisare che le incongruenze lessicali, grammaticali, sintattiche e di costrutto presenti nella missiva non sono state introdotte da me, ma erano già presenti nel testo. Io, a quattro anni, avrei saputo scrivere meglio.
Andiamo con ordine: la manifestazione di giovani che hanno contestato Ruini. Il signor Marseglia denuncia che nessuno degli esponenti del Centro-Sinistra abbia preso le distanze da tale increscioso avvenimento. Signor Marseglia, ma lei i giornali li legge? I telegiornali li ascolta? La invito a riferirmi anche un solo nome di politico del Centro-Sinistra che non abbia preso le distanze non più di un’ora dopo i fatti in esame! Tutti d’accordo: Prodi, Rutelli, Fassino, perfino quel comunista di Bertinotti! Tutti quanti hanno affermato e sottolineato che non è quello il modo per confrontarsi con un avversario: la libertà di opinione è sacra e inviolabile, e la politica si fa col dialogo, non con gli insulti. Sono parole di Romano Prodi, non mie.
Ma è ovvio che un "addetto ai lavori della Casa delle Libertà" debba fare del terrorismo sugli avversari. Altrimenti cosa ci sta a fare sulla sua poltrona? La scalda?
La contestazione in esame sarà stata per forza organizzata da quel gruppo di studenti: c’erano anche gli striscioni a testimoniarlo. Ma lei davvero crede che qualcuno, nel Centro-Sinistra, sia stato così idiota da aver fatto da mandante? Lei pensa che una manifestazione del genere abbia in qualche modo giovato alle idee e all’immagine del Centro-Sinistra? Secondo me i vari Prodi, Fassino e Bertinotti si sono mangiati le mani e hanno tirato parecchie – mi si passi il termine – madonne di rabbia a sentire di un simile comportamento, che – e lei me lo insegna – fa proprio il gioco della Casa delle Libertà, e getta discredito sulla Sinistra!
Ma andiamo avanti, signor Marseglia, e continuiamo a leggere la sua lettera. Lei parla di lesione della libertà di religione. Io le dico: non è messa in discussione la religione, ma i diritti delle coppie, di tutte le coppie. Né Prodi né nessun altro esponente della Sinistra, compreso l’onorevole Grillini, si sono mai sognati di voler introdurre in italia un "fac-simile del matrimonio in funzione esclusivamente degli omosessuali". Questa è una delle affermazioni più terroristiche che questa maggioranza – e la Chiesa – tendono a fare oggi. Il Pacs che la Sinistra vorrebbe introdurre riguarda i diritti di tutte le persone che convivono sotto lo stesso tetto, siano esse coppie eterosessuali o omosessuali. E i diritti di queste persone non si possono limitare alle eredità: ciò di cui c’è bisogno è ben altro. Per esempio il diritto di assistenza in caso di malattia, cosa che oggi non è possibile per una coppia di fatto. Oppure, per le coppie eterosessuali, la possibilità di richiedere aspettative per maternità/paternità. Oppure, ancora, la comunione dei beni, cosa che, oggi come oggi, una coppia omosessuale non può fare.
Un’altra affermazione terroristica che oggi la Chiesa utilizza per convincere la gente che il Pacs è sbagliato riguarda le adozioni da parte di coppie omosessuali. La Chiesa infatti afferma che il Pacs sarebbe il primo passo verso tale abominio. Sa qual è il problema, signor Marseglia? Attualmente le coppie omosessuali hanno ben altri diritti da conquistare, e le adozioni sono una questione che per il momento quasi nessuno si pone. Tuttavia la maggioranza degli Italiani si sente accapponare la pelle all’idea di una simile turpitudine, ed è proprio su questo che la Chiesa fa leva per tentare di impedire a persone come lei e come me di far valere i propri diritti.
Concludo con un’osservazione: la Casa delle Libertà sta tentando in tutti i modi di modificare a proprio piacimento la Costituzione Italiana, e lei mi viene a dire che non sarebbe possibile introdurre tra tutto il resto una modifica che sancisse i diritti civili delle coppie di fatto?

Leggere i quotidiani locali, come si sa, ha tre utilità, e non altre:
1) informarsi sullo sport (è infatti risaputo che i cronisti sportivi dei quotidiani locali sono sempre i migliori, sempre imparziali e serissimi nelle loro valutazioni, e sempre pronti a dare il giusto peso ad ogni avvenimento);
2) Leggere i necrologi (non so gli altri giornali, ma la Gazzetta di Parma è tradizione che venga letta come i manga, dall’ultima pagina alla prima);
3) Ultima, ma più importante di tutte, la lettura delle lettere al direttore. L’umanità che popola ogni piccola città di provincia è qualcosa di sorprendente, e il numero di coloro che si prodigano in tali missive forma un campionario veramente variegato ed indicativo. Ogni quotidiano locale ha, poi, i propri più fedeli sostenitori o detrattori, ed in particolare si trovano sempre persone che scrivono lettere al direttore un giorno sì e uno anche.
Qui a Parma son rimasti famosi un paio di nomi: Sergio Caroli e William They. Persone che forse nessuno ha mai visto davvero, ma che non possono fare a meno di esprimere le proprie idee attraverso un mezzo tanto democratico – e, sia detto per inciso, l’ultima volta che ho inviato io una lettera, ciò che è stato pubblicato c’entrava con quanto avevo scritto come i famosi cavoli a merenda; l’unica cosa che avevano lasciato intatta, in quella sorta di mostro di Frankenstein editoriale, che peraltro sosteneva l’esatto contrario di quanto in realtà io sostenessi, era la mia firma! – persone, dicevo, che evidentemente si sentono in dovere di informare il prossimo su qualunque cosa capiti loro a tiro (e qui mi chiedo: ma scusate, signori, ma un bel blog non sarebbe meglio?). Ma più di questi due individui sopra citati, è ormai rimasto famoso anche un altro individuo, che addirittura in un unico giorno scrive più e più lettere sullo stesso quotidiano, a volte parlando di sé al femminile, altre volte al maschile; a volte al singolare, altre al plurale; a volte esprimendo idee fasciste, altre volte scadendo nel leninismo più spinto: sto parlando, e forse l’avrete capito, del signor (o della signora?) Lettera Firmata. Che nome del cazzo, direte voi. Certo, dico io. È ovvio che uno con un nome del genere si vuol mettere in mostra.
E oggi sapete un po’ cosa ha prodotto la penna del signor (o della signora) Lettera Firmata? Qualcosa di talmente bello e veritiero che val la pena di ricopiarlo qua sotto:

Titolo: Il dramma di Lapo
Autore: Lettera Firmata
Gazzetta di Parma, mercoledì 12 ottobre 2005, pag. 42
Signor Direttore,
la cosa che più mi ha colpito nel dramma di Lapo Elkann, colto da malore dopo aver assunto un cocktail di sostanze stupefacenti, è la reazione dell’attrice Marina Stella, fidanzata del rampollo della famiglia Agnelli. «Mi spiace per Lapo – ha detto – ma ci eravamo già lasciati da tempo».
La signorina Stella ha scelto proprio la giornata di ieri per rivelare alla stampa la fine del suo amore e per prendere le distanze da Lapo. Non prova un pizzico di vergogna?
Comunque Lapo si riprenderà, almeno glielo auguro, mediterà su quel che ha combinato e tornerà ad essere il ragazzo esuberante che era. La sua ex fidanzata tornerà a essere quella che è sempre stata: un’attricetta di serie C con due belle tette e poco cervello.

Eh? Che ne dite? Lapo s’è strafatto di tutto quello che poteva trovare sotto mano, in compagnia di tre transessuali che frequentava, tra l’altro, da diverso tempo (leggere questo articolo di Repubblica), e quella brutta stronza di Marina Stella deve chiedere scusa per essere stata intervistata proprio quel giorno (non è normale, infatti, intervistare i parenti e amici, in un caso come questo, figuriamoci!), e per aver detto proprio quel giorno che lei con Lapo non vuole più averci nulla a che fare. Eh, insomma, poteva dirlo prima, no? Queste cose devono essere rese immediatamente di pubblico dominio! Prendete esempio da Al Bano che, facendosi mollare in diretta TV dalla Lecciso, non solo ha reso noto a tutto il mondo in tempo reale il proprio dramma personale, ma ha anche innalzato di qualche decina di punti percentuali lo share televisivo dell’Isola dei Famosi! Così si fa!

Ieri sera una lunga discussione – dapprima un po’ violenta, poi molto edificante – con l’amico TheZar ha tenuti entrambi svegli fino a tardi. Sarebbe lungo e inutile raccontare nei dettagli il contenuto del nostro discorrere, tuttavia le conclusioni alle quali siamo giunti sono quelle – e semplifico molto il discorso: TheZar, non prendertela! – che sia necessario fare tutto quanto in nostro potere per favorire in chi ci sta attorno una presa di coscienza vera e convinta su quanto sta succedendo attorno a noi. Politicamente parlando, ma anche socialmente ed eticamente. Si è parlato della necessità di una rivoluzione, di una vera rivoluzione che scuota dalle radici il sistema esistente e ne crei uno nuovo. Rivoluzione che, nelle nostre intenzioni e nelle nostre idee, deve essere una rivoluzione assolutamente non violenta, una rivoluzione prima di tutto culturale. Probabilmente si tratta di un’utopia, e sicuramente noi non arriveremo mai a vedere questo nuovo mondo, tuttavia sentiamo di avere la precisa responsabilità di fare tutto quanto sia nelle nostre possibilità per gettarne le basi. Poi sarà chi verrà dopo di noi a decidere se proseguire su questa strada o rifiutarla, ma sicuramente, andando avanti così, non possiamo nemmeno essere sicuri che i nostri discendenti ereditino effettivamente qualcosa.
Perché, a questo ritmo, le risorse che stiamo attualmente utilizzando (petrolio, energia, cibo) finiranno molto prima di quanto pensiamo; perché quando questo succederà, tutto il nostro mondo sprofonderà in un baratro senza fine: tutta la nostra economia si basa sul petrolio, e se non riusciremo a convertirla in tempo arriveremo al punto di non avere più i soldi e le risorse per farlo, e allora saranno cazzi acidi. Molto acidi. Perché quando il petrolio sarà arrivato a un prezzo tale da impedirne l’accesso alla maggioranza delle persone, questo causerà un aumento di tutti i prezzi, e sarà la fine dell’economia, la morte del nostro sistema. E, in quella enorme catastrofe, non ci sarà certo né il tempo né il modo per cambiare.
Perché, se tutta la popolazione mondiale si metterà a consumare come noi oggi consumiamo, non sarà solo il petrolio ad esaurirsi, ma anche le risorse alimentari e idriche. E, visto che la soluzione non può essere lo sterminio di massa delle popolazioni del Terzo Mondo, bensì un miglioramento delle loro condizioni, tutto quello che ci rimane da fare è riformare in modo totale e deciso il nostro modus vivendi, per permettere anche a loro di vivere decentemente. E non si tratta di andare di più in autobus o di produrre meno rifiuti. Si tratta di cambiare radicalmente.
Perché, ancora, andando avanti così, ai nostri figli lasceremo un sistema politico talmente falso e rimaneggiato da essere del tutto inservibile. Se prenderà piede l’idea del Grande Centro, in Italia, non ce ne sarà più per nessuno, e sarà la fine di ogni sogno di democrazia. Se invece questo Grande Centro non si farà, allora sarà per sempre alternanza tra destra e sinistra, perché nel nostro sistema la differenza non la fanno le ideologie ma i comodi. A far vincere le elezioni non sono i voti di chi è convinto e consapevole di ciò che fa e ciò che vuole, ma quelli di coloro che votano per chi promette di più. E queste persone, quando vedono che ogni governo non riesce a mantenere le promesse che ha fatto in partenza, perché ogni governo – volente o nolente – dovrà sempre sistemare i buchi lasciati dal governo precedente, lasciandone altri a sua volta – queste persone, dicevo, finiscono per cambiare bandiera praticamente ogni volta in cui sono chiamati ad esprimere il proprio voto. Quando non scelgono di non esprimerlo proprio. Questi signori sono i qualunquisti, ed è sui capricci di costoro che si decidono le attuali sorti del nostro mondo. E l’unico modo per far vivere ancora la democrazia è quello di inculcare anche a questi signori una chiara e precisa coscienza politica. Che poi diventino di sinistra o di destra non mi interessa, purché abbiano le idee chiare. E’ molto più facile combattere un avversario cosciente e responsabile, piuttosto che dover combattere l’ignoranza e il vuoto.
Quando ho iniziato questo post, l’ho fatto con l’intenzione di esprimere la mia opinione su alcuni fatti di cronaca politica che sono balzati all’ordine del giorno: la riforma elettorale (argomento peraltro già affrontato in questo blog), la riforma della giustizia (con la legge ex-Ciriami, chiamata con ragione “legge salva-Previti”, le cui conseguenze sarebbero a dir poco spaventose), le continue ingerenze della nuova Chiesa di Papa Ratzinger negli affari dello Stato Italiano (ora sostengono che è peccato mortale – tale da non potersi più accostare all’Eucarestia – votare politici che non siano espressamente contrari all’aborto!), e su tante altre cose che stanno affliggendo il nostro piccolo mondo senza che noi ce ne accorgiamo troppo. Tuttavia mi sono fatto prendere la mano, e ho fatto un post molto più teorico di quello che pensavo. Tuttavia credo che sia importante anche questo, e così rimanderò gli altri argomenti ad una successiva trattazione.

Oggi giornata intensa. Stamattina sveglia alle otto e venti (cavolo, domenica mattina!) e partenza per Montichiari (BS), dove ho visitato – con alcuni amici della Pubblica – un magnifico salone del soccorso: ambulanze, attrezzature di primo soccorso, automediche, auto della polizia, motomediche e quad-mediche (ebbene sì, esistono anche queste!), motoscafi, elicotteri… C’era persino un geniaccio che ha brevettato un sistema per fare la rianimazione cardio-polmonare automatica per mezzo di una sorta di leva a crick. In pratica la leva aziona alternativamente un pistone che comprime il torace del paziente, oppure uno stantuffo che insuffla l’aria nei polmoni attraverso un’apposita mascherina. In pratica al soccorritore non resta che pompare come se stesse utilizzando appunto un crick, e il marchingegno, dopo quindici compressioni toraciche, passa automaticamente a insufflare aria, e poi ricomincia. Roba da malati di mente. Però potrebbe essere comodo!
Tornato a casa verso le quattro e venti del pomeriggio, mi sono riassettato un minimo e sono ripartito in quel di Salsomaggiore (PR), che tutti conosceranno a causa di Miss Italia. Bene, siccome a me delle miss me ne frega un fico secco, mi sono fatto i miei bravi quaranta km d’andata e altrettanti di ritorno per conoscere un ragazzo che mi ha fatto veramente un’ottima impressione. Sembra persona matura e responsabilie, malgrado i suoi diciott’anni, e dimostra anche una certa cultura e intelligenza. Sono certo che ne nascerà senz’altro una bella amicizia. E poi non aggiungo nulla, perché sono scaramantico.
Scusatemi se mi sono ridotto a parlare di cose che, magari, a voi fregano ben poco, ma la voglia di scrivere è poca, e soprattutto è poca la voglia di tirar fuori uno di quei begli argomenti che scateneranno un putiferio di polemiche e che ho in serbo per quando sarò un po’ meno distrutto.
Buonanotte, signori: ora devo decidere se ho ancora la forza di guardarmi un film – magari Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato, per completare il ciclo di film con Gene Wilder – oppure se andare a letto di filato…