Archive for agosto, 2006


Presto un post sul pensiero dell’abitante medio della mia schifosa borghesissima città, tramite l’analisi di alcune lettere al direttore comparse sul giornale locale, la Gazzetta di Parma, che si proclama il giornale più vecchio d’Italia, e la cosa mi consola, perché significa che più generazioni l’hanno usato come carta igienica al cesso.
Oggi notizia del giorno: Paolo Di Canio conivolto in una rissa da dei tifosi che lo accusavano di non essere più abbastanza di destra. Al grido di: "Di Canio, non sei più un camerata!".
Finché si menano da soli e lasciano in pace la gente che possiede un cervello, va benissimo così. Anzi, se le dessero più forte!
[fonte: Repubblica.it]

Cultura?

Ieri mi sono concesso una breve vacanza (giornaliera): in compagnia di mio padre, ho girovagato per la valle del Magra, discutendo di massimi e minimi sistemi. In particolare abbiamo toccato diversi temi che mi sono cari, e di cui discuto spesso con l’ottimo (e "ottimo" è poco) TheZar. In particolare, abbiamo parlato di cultura, di mentalità, di rivoluzione culturale. Mi spiego in due parole: come si può fare a cambiare veramente l’Italia? L’unica soluzione è quella di cambiare radicalmente la mentalità degli Italiani. E come si può fare a cambiare tale mentalità, finché televisioni, giornali e tutti coloro che si dovrebbero dedicare alla diffusione della cultura diffondono solo contro-cultura? Si parlava, quindi, del netto peggioramento che si è avuto, per tantissime cose, negli ultimi venti-trenta anni. Prendete un esempio lampante: l’assassinio di quella ragazza pakistana in provincia di Brescia. Il giornalista che ha dovuto fare il servizio, evidentemente, s’è trovato nella merda: chi intervistare? I genitori della ragazza erano gli assassini, quindi niente. I parenti erano fuggiti in Pakistan. La ragazza no perché era morta. E allora chi intervistiamo? I vicini di casa! E i vicini di casa cosa dicono? "Bisognerebbe fermarli a Lampedusa!", oppure "Se li avessi per le mani io…". Certe opinioni una volta, 20 o 30 anni fa, si dicevano al bar, vergognandosene pure un po’, e solo dopo aver bevuto uno o due bei bicchieroni di rosso frizzante. Oggi, da quando dei ministri dello Stato Italiano (leggi Bossi, Calderoli, Maroni, ecc.) hanno cominciato a parlare in parlamento, anche queste stronzate sono diventate opinioni. Oggi è normale sentir dire "siluriamo i barconi" oppure "buttiamoli tutti a mare e facciamoli tornare a nuoto". E non sono battute. La domanda è: che fare per contrastare questo dilagare di ignoranza? Non ci si può basare solo sulla scuola, perché l’influenza di un insegnante – e mio padre, che l’insegnante lo fa da quarant’anni, queste cose le sa bene – è minima, perché molta più forza ha quella dei genitori, e ancora di più quella delle compagnie, del gruppo, del "branco". Bisogna cambiare immediatamente anche tutto ciò che propone cultura, come giornali, televisioni, radio… Ma che fare? Introdurre la censura? Introdurre un "controllo di qualità"? Obbligare la gente a comprare solo quelli che rispettano standard minimi di decenza? Ma, al di là di cosa fare, che mi sembra sia ormai chiaro, il problema resta come farlo. Rivoluzione? Passaggio per gradi? E chi se ne occuperà? E chi si occuperà di fare in modo che anche tutti i media che non sono controllabili dallo Stato, come tv e radio privati e tutti i giornali, seguano questi standard minimi? E gli standard minimi, chi li definirà, e come? Lascio a voi la parola. Tutti questi sono problemi decisamente aperti, e ammetto di non avere nessuna soluzione facile in tasca.

Il posto delle viole

Per fortuna c’è la luna in cielo
anche se non ci sei tu
per fortuna chi ritorna solo
soffre un anno e non di più
e l’aquila sfida di nuovo il sole
e il vento alle vele non manca mai
per fortuna in questo carnevale
non ti vedo quasi mai
e per fortuna c’è
il mare con le sue leggende
la certezza che il nostro cuore non s’arrende
e ce la farà a ritrovare il posto delle viole
dimenticando chi ci ha fatto male
per respirare un’altra volta…

Un po’ di pausa mi ha fatto senz’altro bene. In questo periodo mi sono dedicato anima e corpo alla causa della Pubblica (e avrei un sacco di aneddoti da raccontare, dal più tragico al più ridicolo). Ho pure trovato un sacco di tempo da dedicare alla lettura di giornali e libri: in particolare sono riuscito a leggere tutto il Ciclo delle Fondazioni di Asimov (Prima Fondazione, Fondazione e Impero, Seconda Fondazione, L’orlo della fondazione) e ad affrontare la lettura del quinto capitolo della serie (Fondazione e Terra). Ho iniziato anche Altri libertini di Pier Vittorio Tondelli, su suggerimento del buon Philip, ma ho dovuto interrompere la lettura: troppo fresco è il ricordo di una storia vissuta e finita proprio nei luoghi narrati da Tondelli nel suo libro, troppa l’ansia che il libro mi trasmetteva. Riprenderò tra qualche mese, quando sarò lontano da questa mia terra padana. Forse proverò nostalgia, o forse starò talmente bene da fregarmene…
Scusate se questo post è così frivolo, ma avevo bisogno di ricominciare un po’ "soft".