Tornando a parlare di Joaquín Sabina, che in questo periodo continua a monopolizzare ogni mio momento musicale (ce l’ho sempre in testa anche quando non lo ascolto), vorrei suggerire a chiunque fosse interessato alle canzoni del cantautore spagnolo un bel libro, "Con buena letra", edito da Booket. Il libro, che si trova in giro a meno di dieci euro, è un bellissimo canzoniere impreziosito da alcune fotografie davvero interessanti e, soprattutto, da un’imperdibile serie di appunti manoscritti che Sabina ha scarabocchiato qua e là su quasi tutti i testi, facilitandone la comprensione ed arricchendone il significato.

Un’altra delle canzoni più belle di Sabina, di cui vorrei parlare oggi, si intitola Y sin embargo. L’espressione "sin embargo" è l’equivalente del nostro "comunque", "ciò non ostante". Nel libro appena citato scopro che Sabina ha scarabocchiato sotto questo titolo un sottotitolo non ufficiale che non lascia dubbi sul significato della canzone: E comunque ti amo. Assieme al sottotitolo compare una lapidaria dedica: "Per Isabel, vedendo piovere a Relatores", forse parafrasando il titolo di un brano del suo amico Gabriel García Márquez, "Monologo di Isabel vedendo piovere a Macondo".

Lo stesso Joaquín Sabina afferma che questa è la sua canzone d’amore preferita, e a quanto pare non è il solo a pensarla così, visto il successo che riscuote ad ogni concerto. La mia traduzione, purtroppo, non riesce a rendere la musicalità del testo originale, ma spero possa aiutare almeno un po’ chi lo spagnolo non lo parla; il video qui sotto, comunque (appunto!), vale più di mille parole.

Y sin embargo (te quiero)
E comunque (ti amo)
De sobras sabes que eres la primera,
que no miento si juro que daría
por ti la vida entera,
por ti la vida entera;
y, sin embargo, un rato, cada día,
ya ves, te engañaría
con cualquiera,
te cambiaría por cualquiera.
Sai fin troppo bene che sei la prima,
che non mento se giuro che darei
per te la vita intera,
per te la vita intera;
e comunque, per un po’, ogni giorno,
vedi, ti ingannerei
con chiunque,
ti cambierei con chiunque.
Ni tan arrepentido ni encantado
de haberme conocido, lo confieso.
Tú que tanto has besado
tú que me has enseñado,
sabes mejor que yo que hasta los huesos
sólo calan los besos
que no has dado,
los labios del pecado.
Né tanto pentito né felice
di avermi conosciuto, lo confesso.
Tu che tanto hai baciato
tu che mi hai insegnato,
sai meglio di me che fino alle ossa
calano soltanto i baci
che non hai dato,
labbra del peccato.
Porque una casa sin ti es una emboscada,
el pasillo de un tren de madrugada,
un laberinto
sin luz ni vino tinto,
un velo de alquitrán en la mirada.
Perché una casa senza te è un’imboscata,
il corridoio di un treno di prima mattina
un labirinto
senza luce né vino rosso,
un velo di catrame davanti agli occhi.
Y me envenenan los besos que voy dando
y, sin embargo, cuando
duermo sin ti contigo sueño,
y con todas si duermes a mi lado,
y si te vas me voy por los tejados
como un gato sin dueño
perdido en el pañuelo de amargura
que empaña sin mancharla tu hermosura.
E mi avvelenano i baci che vado dando
e comunque, quando
dormo senza te, ti sogno
e tutte le altre se dormi al mio fianco,
e se te ne vai me ne vado per i tetti
come un gatto senza padrone
perso nel fazzoletto d’amarezza
che imbeve, senza macchiarla, la tua bellezza.
No debería contarlo y, sin embargo,
cuando pido la llave de un hotel
y a media noche encargo
un buen champán francés
y cena con velitas para dos,
siempre es con otra, amor,
nunca contigo,
bien sabes lo que digo.
Non dovrei raccontarlo, e comunque
ogni volta che chiedo la chiave di un hotel
e a mezzanotte ordino
un buon champagne francese
e cena a lume di candela per due,
sempre è con un’altra, amore,
mai con te,
sai bene che è così.
Porque una casa sin ti es una oficina,
un teléfono ardiendo en la cabina,
una palmera
en el museo de cera,
un éxodo de oscuras golondrinas.
Perché una casa senza te è un ufficio,
un telefono che brucia nella cabina,
una palma
nel museo delle cere,
un esodo di oscure rondini.
Y me envenenan los besos que voy dando
y, sin embargo, cuando
duermo sin ti contigo sueño,
y con todas si duermes a mi lado,
y si te vas me voy por los tejados
como un gato sin dueño
perdido en el pañuelo de amargura
que empaña sin mancharla tu hermosura.
E mi avvelenano i baci che vado dando
e comunque, quando
dormo senza te, ti sogno
e tutte le altre se dormi al mio fianco,
e se te ne vai me ne vado per i tetti
come un gatto senza padrone
perso nel fazzoletto d’amarezza
che imbeve, senza macchiarla, la tua bellezza.
Y cuando vuelves hay fiesta
en la cocina
y bailes sin orquesta
y ramos de rosas con espinas,
pero dos no es igual que uno más uno
y el lunes al café del desayuno
vuelve la guerra fría
y al cielo de tu boca el purgatorio
y al dormitorio
el pan de cada día.
E quando torni c’è festa
in cucina
e balli senza orchestra
e rami di rosa con le spine,
però due non è uguale a uno più uno
e il lunedì al caffè della colazione
torna la guerra fredda
e al cielo della tua bocca il purgatorio
e alla camera da letto
il pane di ogni giorno.