Archive for luglio, 2006


… e se l’amore che avevo
non sa più il mio nome
come i treni a vapore
di stazione in stazione
e di porta in porta
e di pioggia in pioggia
e di dolore in dolore
il dolore passerà…

Purtroppo un pezzo piuttosto importante della mia vita se n’è andato, e in modo molto doloroso.
Non so se avrò molta voglia di aggiornare il blog, in questi giorni. Perdonatemi, ma ho bisogno di pensare un po’ a me stesso.

Orgogliosi di essere italiani?

Si può essere orgogliosi di appartenere a un certo paese, a un certo gruppo? Oppure si deve essere orgogliosi solo di essere come si è? Oppure l’orgoglio è da evitare in ogni caso, come dannoso e controproducente?
Anch’io, su questo stesso blog, spesso mi sono definito orgoglioso. Di essere italiano, di essere gay, di essere tante cose.
Oggi mi rendo conto di aver sempre sbagliato.
Due giorni fa la nostra Nazionale di calcio ha vinto i Campionati del Mondo. L’orgoglio tricolore è subito esploso ovunque. Nessuna forza politica potrà mai spingere l’Italia all’unità come un evento sportivo del genere. E già questo dovrebbe farci meditare tutti quanti.
Ma c’è di peggio, ed è questo che mi ha fatto capire di aver sbagliato, che il mio orgoglio in realtà è del tutto ingiustificato. La notte scorsa, durante i festeggiamenti per la vittoria degli azzurri, un gruppo di idioti (vorrei che la lingua italiana potesse esprimere i miei sentimenti verso di loro, ma purtroppo devo accontentarmi di quel termine così limitativo) è penetrato nel ghetto ebraico di Roma ed ha imbrattato muri, furgoni e campanelli con svastiche e frasi antisemite.
La nostra Nazionale vince un campionato del mondo, e noi che facciamo, per festeggiare? Andiamo a sfogare le nostre repressioni quotidiane in un modo tanto spregevole? Già molti dubbi me li aveva messi il fatto che, per festeggiare, siano stati commessi ovunque atti di vandalismo e di teppismo, oltre a innumerevoli infrazioni del codice della strada e di quasi tutte le norme del buon senso e del quieto vivere; ma un atto tanto grave non ha potuto che confermare una cosa: non si può essere orgogliosi di appartenere a nessun gruppo, a nessuna formazione, a nessuno schieramento, perché gli idioti sono ovunque, e bastano loro per infangare anche i sentimenti migliori. Se dovete essere orgogliosi, fate in modo di poterlo essere di voi stessi, e del vostro buonsenso.

Qui non ti vogliamo

La Chiesa Cattolica ha di nuovo dimostrato tutta la propria liberalità e la propria apertura.
In questi giorni il Papa mi ha preceduto sulla via per Valencia. Già, quale posto migliore della Spagna per un incontro sul ruolo della famiglia?
Zapatero ha – saggiamente – deciso di non partecipare alla messa celebrata questa mattina dal pontefice (penso che ne avesse tutto il diritto, e d’altronde non mi pare che uno statista sia obbligato a partecipare a tutte le funzioni religiose dei vari pope, iman, dalai lama ed altri che visitano il suo paese: sai che palle?), anche a causa del fatto che non si può continuare a lasciar correre su tutte le entrate a gamba tesa che il Vaticano produce nei confronti di uno Stato laico e sovrano. Il risultato qual è stato? Al momento dell’arrivo del premier al palazzo del Vescovado, dove il Papa gli ha concesso un’udienza privata di un quarto d’ora (e vi assicuro che per me anche dieci minuti col papa sarebbero stati troppi da sopportare), Zapatero è stato accolto da bordate di fischi, e qualcuno gli ha anche urlato: "qui non ti vogliamo!".
Zapatero, se non ti vogliono più là, non è che hai voglia di fare un salto qui in Italia, eh? Che ci sarebbe tanto bisogno…

Intanto, continuando a sfogliare Repubblica, ho notato un altro interessante articolo, che riguarda i preti sposati e una protesta che hanno messo in atto proprio oggi, all’ombra della basilica di S. Pietro a Roma: cliccate qui per leggere. Ratzy, invece di andare a rompere i coglioni alle persone che, a differenza tua, ce li ha, perché non dai un’occhiata alle stronzate che ti fai a casa tua?